Liguria e Piemonte


Quali sono i caratteri che accomunano il Piemonte con la Liguria? Molte furono le occasioni che misero a contatto le due regioni nel corso dei secoli. In questa sede prenderemo in considerazione quattro temi che, ciascuno per una propria ragione, ha rappresentato un trait d'union per le due Regioni. Cominciamo dal tema celtico già introdotto nella pagina Miti e leggende locali.

L'influenza celtica nel linguaggio

Come abbiamo già analizzato per il caso ligure (cfr. 'Storia Locale') anche nella storia del Piemonte l'infiltrazione dei popoli celtici fu un evento di forte impatto su tutto ciò che riguarda la cultura, i costumi e le tradizioni. Anche in questo caso, infatti, notevoli furono le influenze linguistiche sulla lingua piemontese. E' curioso osservare come alcune parole transitarono dal celtico al piemontese senza quasi subire alcun cambiamento. Stiamo parlando di parole come: bric (monte o collina), rat (topo) ciabot (piccola casa boschiva), patan (nudo) e barba (zio).

Le Sciasceline

Un altro esempio di legame tra queste due regioni interessa l'agricoltura. La raccolta delle olive, attività secolare per i contadini liguri, ebbe un'eco che varcò i confini della regione e si protrasse anche al di là del Colle di Nava. Prima dell'introduzione delle reti, le olive venivano raccolte dalle ragazze sul terreno ad una ad una, dopo essere state 'bacchiate' dalle braccia degli uomini. 'Sciasceline' fu il nome che venne dato alle donne che si dedicavano alla raccolta, poiché le prime lavoratrici che operarono in questa attività a supporto delle famiglie liguri venivano proprio da Sassello, paese nella Val Bormida. Da allora fino a pochi decenni or sono, ragazze provenienti da tutto il basso Piemonte raggiunsero La Liguria nella stagione della raccolta.

La Bagna Cauda

Dall'agricoltura alla tavola il passo è breve. Che dire della bagna cauda, tipico piatto della tradizione piemontese? Anche in questo caso il confine tra le due regioni è stato varcato: il risultato, ancora una volta, è stato eccellente! Il mare di Nizza e le campagne liguri hanno fornito acciughe ed olio extravergine di oliva per dare vita a quella squisita pietanza che ancora oggi compare nei menù delle trattorie piemontesi e di alcune locande della Liguria.

Curiosi espedienti contro gli attacchi saraceni

Ancora una cosa: se avete dato un'occhiata alle due pagine del nostro sito Borghi di Imperia e Borghi di Savona vi sarete accorti di come per molte località della Riviera abbiamo indicato, fra i punti di interesse turistico, strutture come torri di avvistamento e fortificazioni. La ragione è semplice: per diversi secoli, i liguri hanno posto resistenza contro gli attacchi dei loro rompiscatole per eccellenza: i pirati saraceni. Per difendere il territorio, i nostri avi ne hanno studiate di tutte: torri di avvistamento, olio bollente a chi cercava di arrampicarsi fra le mura e finti falò per illudere i saraceni che il paese era già stato assediato.

A questo punto, non possiamo tralasciare un espediente adottato dai piemontesi dell'attuale paese di Pamparato. Anche loro, infatti, dovettero studiare a lungo per liberarsi dalle molestie dei saraceni. A seguire, riassumiamo un simpatico racconto tratto dal libro 'Storie Piemontesi' di Alessandro Dutto. Dopo mesi consecutivi di assedio, le risorse all'interno delle mura stavano finendo e gli abitanti di Pamparato deliravano dalla fame. Per scoraggiare gli aggressori, i piemontesi si esibirono dall'alto delle mura gonfi a suon di cuscinate così da apparire belli grassi e torniti. L'ultimo pezzo di pane delle dispense venne imbevuto di vino e gettato sulle tende degli aggressori. Un portentoso rutto si librò in direzione dell'accampamento saraceno come segno della più completa sazietà alimentare. Fu a quel punto che gli aggressori, esausti della vita nell'accampamento e ancor più scoraggiati dalla quantità di cibo di cui i piemontesi sembrava disponessero, decisero di fare marcia indietro. Andarono così a far visita ai liguri.

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